Cooperativa Ischia Barche – Marina di Sant’Anna s.r.l.
Pescatori e archeologia subacquea
- Soggetto
- Fattori di successo
- Beneficiari
- Ambito territoriale
- Metodologie di intervento e strumenti
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La Marina di Sant’Anna è composta da ragazzi che hanno una lunga tradizione familiare nel mondo della pesca, essendo figli dei soci della Cooperativa lschia Barche che iniziò a diversificare le proprie attività con il trasporto passeggeri, il noleggio e l’ormeggio di barche per cogliere le opportunità offerte dai flussi turistici di lschia e con la cooperativa i ragazzi hanno acquisito l’esperienza marinara partecipando alle attività dei genitori.
Nel 2002 Giulio Lauro, socio della cooperativa, costituisce per i ragazzi la Marina di Sant’Anna s.r.I. con lo scopo primario di realizzare attività turistiche culturali nel rispetto dell’ambiente nella Baia di Cartaromana dove in passato erano stati recuperati alcuni reperti archeologici. Questa visione culturale e lungimirante di verificare l’effettiva presenza di un sito archeologico sommerso per valorizzare il territorio e creare itinerari di visita è stata adottata anche dai ragazzi per diversificare le attività legate alla nautica e proposta anche nella tesi di laurea di uno di Ioro.
Inizia così per i soci della Marina di Sant’Anna un percorso di crescita nel settore dei Beni Culturali con l’acquisizione di idonee qualifiche professionali.
Nel 2011, sempre sotto la guida di Giulio Lauro, si ottengono tutte le indispensabili autorizzazioni della Soprintendenza Archeologia della Campania per avviare un progetto di studio e scavo archeologico della Baia di Cartaromana, per verificare l’effettiva presenza di un sito romano sommerso e avviare un programma di valorizzazione del territorio tramite
visite guidate.
La Marina di Sant’Anna quindi dal 2011 finanzia e porta avanti in un progetto di archeologia subacquea, che è divenuto il fiore alI’occhielIo della società e del Borgo di lschia Ponte con la scoperta nella Baia di Cartaromana dell’effettiva presenza dell’insediamento romano di Aenaria a sei metri di profondità.
Grazie a dieci anni di scavi, coordinati daIl’archeoIoga subacquea Alessandra Benini della M.EDU.S.A srlu, sono stati finora individuati una banchina portuale, strutture murarie limitrofe alla linea di costa, i resti di una villa marittima, resti di moli frangiflutti, porzioni di scafi lignei provenienti da relitti di età romana, resti di decorazioni architettoniche e grandi quantità di frammenti ceramici, marmorei e plumbei che caratterizzano questo sito sia come centro commerciale che come area residenziale. Aenaria, insieme al Castello Aragonese, il Borgo di lschia Ponte e tutti i molteplici aspetti geologici e biologici rendono la baia di Cartaromana un nuovo forte punto di attrazione dell’isola, con conseguenti ricadute economiche sul tessuto sociale di tutto il territorio interessato. Dal 2013 i risultati della ricerca archeologica sono stati messi a disposizione del pubblico con un itinerario turistico di superficie che si snoda sulla terraferma e sul mare denominato “Navigando verso Aenaria” che ha confermato il gradimento della proposta e I’esistenza di un mercato potenziale per un prodotto turistico definito e strutturato. Il programma di visita prevede una proiezione video in sala che
introduce e mette in evidenza gli aspetti salienti delle strutture che verranno visitate in mare (cfr. oltre). I proventi delle visite sono stati utilizzati per la costruzione di una barca con il fondo trasparente e l’allestimento di un Centro Museale.
Il progetto si propone, quindi, da un lato di trasmettere ai giovani ischitani un adeguato interesse verso la cultura storica attraverso anche strumenti non convenzionali come video, strumenti multimediali e fumetti, dall’altro di offrire la possibilità a chi ne fosse interessato di avvicinarsi aIl’archeoIogia subacquea, alla geologia o alla biologia marina anche attraverso esperienze pratiche.
L’obiettivo iniziale era quello di realizzare un prodotto turistico di qualità basato sulla fruizione sostenibile del patrimonio archeologico subacqueo, di sostenere l’estensione della stagione turistica e la crescita occupazionale, di favorire le sinergie tra turismo e attività legate alla cultura, di aumentare l’impatto suIl’economia locale e di valorizzare e promuovere il patrimonio sottomarino naturale e archeologico nel pieno rispetto della tutela e conservazione del sito.
La Marina di Sant’Anna è quindi un primo esempio della possibilità di trasformazione delle attività inerenti la pesca in attività di turismo culturale e marittimo, diversificazione che ha portato questa società a impegnarsi in attività culturali legate all’archeologia e alla realizzazione di visite guidate nell’area archeologica, con l’impegno dì trasmettere alle nuove generazioni I’attaccamento alle proprie radici, la conoscenza del contesto storico culturale e far nascere in Ioro, tramite le lezioni didattiche di archeologia, biologia e geologia effettuate nel Centro Museale e direttamente in mare a bordo di una motobarca, il rispetto del mare e del proprio territorio.
A distanza di dieci anni il bilancio “culturale e imprenditoriale” di questa iniziativa è sicuramente positivo e gli obiettivi sono stati raggiunti. Oltre ai risultati scientifici sono stati conseguiti anche i importanti obiettivi sociali: si è incrementato il numero degli occupati (personale impiegato per le visite guidate e per la manutenzione del sito), è aumentato il periodo stagionale dell’attività passando da sei mesi annuali di occupazione a 8/9 mesi di attività, si è valorizzato il territorio richiamando l’interesse dei media di tutto il mondo con articoli su questa iniziativa; la visita guidata ha infine riscosso grande successo raggiungendo – prima della pandemia – circa 4500 presenza. L’esperienza ha suggerito inoltre la necessità di evidenziare alla Regione Campania la mancanza di guide subacquee specializzate per l’archeologia e di tecnici addetti alla manutenzione delle strutture antiche sommerse, suggerimento che è stato accolto con la creazione delle suddette qualifiche professionali.
Aspetti naturalistici: le acque dell’isola non sono solo ricche di storia ma rappresentano, da un punto di vista scientifico, uno dei siti più interessanti del Mediterraneo sia per la presenza di una vasta prateria di “Posidonia Oceanica”, uno dei motivi per cui nel 2007 è stata istituita l’Area Marina Protetta Regno di Nettuno (l’altro è il canyon di Cuma nel versante nord occidentale dell’isola) e sia per le cosiddette “bollicine”, in dialetto ‘a vullutura (la bollitura) – fenomeno di vulcanesimo secondario a sua volta spia della complessa questione deII’acidificazione dei mari. Poi per l’aver rappresentato, per anni, il confine climatico tra il nord e il sud del Mediterraneo ossia il confine settentrionale per le specie che popolano il
Mediterraneo meridionale e, viceversa, il confine meridionale per quelle che popolano il versante nord.
Negli ultimi anni il confine si è spostato più su e nuove specie, finora assenti nel nostro mare, hanno fatto la Ioro comparsa. Tra queste il Granchio Corridore Atlantico, nome scientifico “Percnon gibbesi”, la “Caulerpa” alga invasiva la cui proliferazione è legata alla temperatura mite dell’acqua e il “Pesce Pappagallo” fino a qualche anno fa assente nei mari dell’isola. Tutto visibile tra i 3 e i 7 metri di profondità della baia dove, ovviamente, sono presenti molte altre specie come ricci, stelle, oloturie e paguri.
La crescente notorietà della baia di Cartaromana, nei suoi molteplici aspetti culturali e naturalistici, ha suggerito all’amministrazione locale di avviare l’iter per il riconoscimento della Baia come sito UNESCO.
Diretti: soci della cooperativa, pescatori, turisti, scolaresche
Indiretti: Cittadinanza territoriale
Campania
La società si autofinanzia organizzando con la buona stagione escursioni e visite grazie a un’imbarcazione dal fondo trasparente di Ioro proprietà che consente agli ospiti e ai turisti di visionare direttamente il fondale. A bordo dell’imbarcazione c’è una guida pronta a colmare ogni dubbio e perplessità. Prima deII’escursione in mare il gruppo viene preparato alla visita nella sala del Centro Museale: un video introduce gli aspetti salienti delle strutture che verranno visitate e le metodologie dello scavo archeologico subacqueo. La visita in sala si chiude con la spiegazione dei reperti esposti nelle due teche pavimentali: una dedicata alle tecniche edilizie, alle strutture murarie e alla vita quotidiana, la seconda all’architettura navale, alla vita di bordo e ai contenitori destinati alle derrate alimentari che viaggiavano via mare.
Il gruppo prosegue verso il molo per l’imbarco — sempre in lschia Ponte — su barca con specchi che raggiunge in tempi brevissimi la zona di visita. Durante il tragitto l’accompagnatore illustra brevemente la storia e gli aspetti monumentali salienti della Baia di Cartaromana (Castello Aragonese, Chiesa di S. Anna, Torre di Michelangelo), nonché le peculiarità biologiche e geologiche sottomarine della baia. Attraverso i vetri è infatti possibile cogliere anche le altre caratteristiche del fondale della baia, come la prateria di Posidonia oceanica, l’unica pianta di ordine superiore che cresce in ambiente marino e le emissioni gassose che hanno posto questo tratto di costa al centro di studi internazionali sulle problematiche legate aII’acidificazione degli oceani.
Raggiunto il sito archeologico sommerso si visita la banchina portuale in cassaforma, alcuni tratti di massicciata con strutture murarie ed altri resti architettonici, dando un’idea di quella che doveva essere l’estensione dell’antica Aenaria. Al termine i visitatori vengono riaccompagnati al punto di partenza. Per chi lo desiderasse è possibile effettuare la visita direttamente in mare (snorkeling o diving) Iungo un itinerario a tappe corredate da pannelli esplicativi.
Il Progetto culturale nel 2020 ha beneficiato di un cofinanziamento daII’Unione Europea, dallo Stato Italiano e dalla Regione Campania nell’ambito del POR Campania FESR 2014-2020.
Grazie al contributo è stato possibile ampliare e migliorare l’offerta turistica e culturale tramite la realizzazione di un video arricchito da ricostruzioni in grafica 3D e realizzare un percorso di realtà virtuale con la ricostruzione delle strutture sommerse individuate. E stata infine realizzata una guida storica artistica sia cartacea che digitale del Borgo di lschia Ponte. Per ottimizzare la diffusione e la promozione di quanto realizzato, parte del contributo, è stato inoltre destinato alla realizzazione del sito http://www.msantanna.it/credits
Marina di Sant’Anna s.r.l.
Via San Giovanni Giuseppe della Croce, 73
80077 Ischia (NA)
email info@marinadisantanna.it
tel. +39 081985510
http://www.msantanna.it/credits